SILVIA BENCIVELLI-DANIELA OVADIA, È la medicina, bellezza! Perché è difficile parlare di salute

È la medicina, bellezza!

 

Silvia Bencivelli-Daniela Ovadia, È la medicina, bellezza! Perché è difficile parlare di salute, Roma, Carocci, 2016.

Recensione di Cinzia de Luca (Istituto d'Istruzione superiore di Aversa)

'È LA MEDICINA, BELLEZZA! perché è difficile parlare di salute' è un saggio pubblicato nel settembre 2016 da Carocci editore S.p.A. e scritto da Silvia Bencivelli e Daniela Ovadia. La prima è una giornalista, saggista, conduttrice radiofonica e televisiva italiana, laureata in medicina e collaboratrice di alcuni quotidiani e riviste, tra cui la Repubblica, la Stampa, Focus e altri. Dall'agosto 2005 a ottobre 2011 ha fatto parte della redazione di Radio3 scienza, il quotidiano scientifico di Rai Radio 3, con cui collabora tutt'oggi. L'altra autrice, Daniela Ovadia, è una giornalista che ha sempre visto il suo ruolo come una sorta di estensione della professione come ci scrive la stessa. Sempre stata dalla parte dei medici e divisa tra il dover essere il 'cane da guardia' della scienza, e quello di orientare l'opinione dei lettori in un paese che mostra scarso interesse per le questioni più squisitamente scientifiche. Entrambe hanno imparato sulla loro pelle che a volte la 'verità dei fatti' è messa in discussione, perché a valere sono fantomatiche "verità di ragione". Sulla base di ciò è nato questo saggio, proprio per raccontare e informare i lettori su ciò che ci circonda e a cosa si va in contro nel momento in cui si opta per alcune scelte alimentari. Il tema del testo è trasposto didatticamente attraverso varie vicende, storie e racconti appassionanti, attraverso i quali le autrici fanno trapelare il loro reale interesse nei confronti della medicina e della verità.
Il testo è suddiviso in sette capitoli, è di tipo informativo con periodi e lessico semplici, ricco di descrizioni che trattano principalmente di medicina e di alcune specifiche questioni quali l'HIV o AIDS, e di alcune cure alternative come quella del dottor Mandrioli che vende e pubblicizza su internet una cura per l'AIDS a base di yogurt capace di riequilibrare la flora intestinale. Tale metodo è da lui definito poco costoso, semplice e non tossico, ma induce, senza alcuna dimostrazione scientifica, molte persone ad abbandonare le cure tradizionali. Nel testo si parla anche della scienza del 700/800 basata, finalmente, non più su ipotesi astratte, ma su quelle che sono il frutto di consistenti dati empirici. In quegli anni, in Inghilterra, attraverso una serie di ragionamenti induttivi, si scoprì che chi svolgeva il lavoro di spazzacamini moriva di tumore allo scroto 400 volte più frequentemente del resto della popolazione, ed era perciò probabile che qualche sostanza utilizzata o con cui entravano in contatto durante il loro lavoro inducesse la formazione di quel tumore nei lavoratori. Negli anni seguenti tale sostanza fu individuata nella fuliggine, che oggi sappiamo essere ricca di diverse sostanze tossiche. Nel testo si parla anche di autismo e di probabili vaccini contro il morbillo, la parotite e la rosolia che, secondo Wakefield, sarebbero stati la causa di gravi effetti collaterali.. Tali affermazioni, per nulla vagliate scientificamente, trasmisero a molte persone il terrore dei vaccini facendo tornare ,nuovamente, morbi da tempo debellati. Nubi tossiche, inquinamento, terra dei fuochi, cancro o tumori, epatite C e nuove modalità chirurgiche sono altri temi che vengono affrontati nei capitoli a seguire nei minimi particolari, alternandoli ad alcune storie per far sì che al lettore arrivi chiaro il messaggio. Inoltre si parla di disease mongering (commercializzazione della malattia) espressione con la quale si indicano particolari strategie di marketing, che attraverso una opportuna campagna di sensibilizzazione indurrebbe i consumatori e/o i pazienti alla ricerca di una soluzione alle sue "presunte" malattie, con l'unico scopo di fare del business. Al centro del testo vi sono, inoltre, altre questioni relative alla carne rossa e a quelli che vengono definiti veleni bianchi (sale, zucchero bianco, latte e farina raffinata) i quali, se assunti in dosi sbagliate, possono causare problemi al nostro organismo, ma nella giusta misura potrebbero apportare benefici. Il sale da cucina (cloruro di sodio), ad esempio, se iodato e usato in maniera giusta aiuta a prevenire i disturbi alla tiroide dovuti alla mancanza di iodio, ma se usato a dismisura provoca pressione alta, perdita di calcio alle ossa o cattiva digestione. In conclusione, l'intento delle due autrici è di indurre i consumatori verso un approccio problematico e riflessivo nei confronti di ciò che ci circonda e soprattutto di ciò che di cui ci alimentiamo, perché in fondo, citando Feuerbach, " siamo ciò che mangiamo”.