ALESSANDRO AMATO, Sotto i nostri piedi. Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani

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Alessandro Amato, Sotto i nostri piedi. Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani, Torino, Codice Edizioni, 2016

Recensione di Raffaele Moscardino (Istituto d’Istruzione superiore di Aversa)


Perché non riusciamo a prevedere i terremoti? Dai venti di Aristotele al pesce gatto Giapponese, dalle previsioni Cinesi a Parkfield e l’Aquila, dai pianeti di Bendandi alle scie chimiche. Un viaggio attraverso la storia dei terremoti, delle teorie (scientifiche e non) per spiegarli e dei tentativi per prevederli.
Alessandro Amato, geologo, sismografo e scrittore classe 1960, dirigente di ricerca dell’istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, definito con l’acronimo INGV, è stato direttore del centro Nazionale terremoti e membro della commissione grandi rischi. Ha coordinato e partecipato a numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali, pubblicando vari articoli su rinomate riviste scientifiche. Nel 2016 pubblica con Codice Edizioni il suo primo saggio scientifico intitolato “Sotto i nostri piedi”, saggio che incornicerà la formidabile carriera di Alessandro Amato.
California 1998, è da qui che il libro parte, è qui come definirà l’autore “Il centro della storia”. Parkfield, una cittadina di poche anime, epicentro del terremoto del 2004. Lisbona 1755, uno dei terremoti più terrificanti della storia, magnitudo 8.5 che si percepì in tutta l’Europa e creò scalpore in molti letterati del tempo, da Casanova a Goethe, che all’epoca era soltanto un bambino, ma che rimase non poco scosso dalla catastrofe naturale.
Ma cos’è il terremoto? Da cosa deriva? Quali sono le cause che lo scaturiscono? Domande che vengono poste da secoli, ormai, e a cui i fisici e gli scienziati provano a rispondere tutt’oggi. Al tempo del terremoto di Lisbona le scienze naturali erano connesse alla Filosofia, infatti erano molti i filosofi, come scrive l’autore nel capitolo secondo, che si ponevano e provavano a rispondere a queste genere di domande-parliamo di Leibniz e Kant-per citare solo i più famosi- che iniziavano a definire le cause del terremoto, grazie ad uno studio sulla sismologia, non più inteso come “castigo divino”. Theodor Adorno, filosofo del novecento, ha invece accostato il terremoto in Portogallo all’Olocausto per la sua capacità di modificare la cultura di un popolo. Ma anche Voltaire e Rousseau provarono a darsi una spiegazione del fenomeno con vari scritti e poemi. Voltaire scrive infatti il “Poema sul disastro di Lisbona”, nel quale evidenzia la gravità del terremoto e le cause che quest'ultimo ha avuto sugli uomini, sulle donne e sui bambini, e boccia la tesi del terremoto come castigo divino, dicendo: “Lisbona, ora annientata ebbe forse più vizi di Londra o Parigi, immerse nelle delizie? Lisbona è distrutta e a Parigi si balla”, e definendo Lisbona "città umile e sobria colpita dal sisma". A questo poema di Voltaire risponderà Rousseau che criticherà molto il primo, scagionando le cause naturali del terremoto, e attribuendo ogni responsabilità all’uomo che non ha rispettato gli equilibri naturali.
Per fortuna in quegli anni, come afferma l'autore del testo, c'era   in circolazione un certo Immanuel Kant il filosofo tedesco che offrì delle riflessioni sul terremoto assai più lucide rispetto agli altri pensatori del tempo.  L'analisi dell'autore si spinge fino ad arrivare a trattare della situazione dei terremoti in Cina, uno dei paesi insieme al Giappone più colpito ma anche più all’avanguardia nelle strutture già collaudate a causa del rischio terremoti. Arriviamo poi alla “Lunga strada della previsione” che riassume tutti i traguardi, fino ad oggi, delle tecnologie per provare a prevenire i sismi. Insomma in questo libro non manca niente, studiosi, filosofi, terremoti, città, e teorie. Saggio scientifico di 224 pagine al quale si sommano un prologo ed un epilogo. Perfetto per chi voglia documentarsi sui sismi in maniera completa, a 360 gradi e non più soltanto da un punto di vista tecnico. L’accostamento di filosofi e scienziati all’interno del saggio è, infatti, funzionale a una visione olistica e non più solo settoriale del fenomeno. L’autore, nel capitolo settimo, cita gli animali, come possibili premonitori dei terremoti. Ad esempio sono citati alcuni animali premonitori, che si comportano in modo anomalo giorni prima del terremoto: più di tutti i serpenti ai quali è dedicata all’interno del libro un paragrafo dal nome “Quando i serpenti si svegliano”. Ma il rettile che striscia non è l’unico animale premonitore, anzi. Dal libro di Tribusch si possono evincere comportamenti di altri animali ad esempio, i gatti iniziano a piangere, le mucche si eccitano, i maiali si mordono a vicenda e molti altri. Arriviamo, poi, al capitolo nono, che tratta in parte delle bufale che si sono create intorno ai terremoti, soprattutto in quello del 2012 in Emilia Romagna, probabilmente perché il primo nell’era più avanzata di Internet rispetto a quello del 2009 in Abruzzo. Naturalmente le persone che nella notte del 20 maggio 2012 avevano sentito la scossa, utilizzarono i loro pc o i loro smartphone per estrapolare quante più notizie possibili su quel sisma così forte quanto inaspettato. A diffondere una “bufala” quella notte fu una persona comune, non un sismologo né tanto meno un geologo, ma un conduttore radio di nome Gabriele Ansaloni che twittò sul suo profilo Twitter la notizia che la suddetta catastrofe era stata prevista dai Maya. Sì, proprio i Maya, di cui tanto si è parlato negli anni antecedenti al 2012 a cui si è ispirato l’omonimo film in cui il mondo finisce proprio per una loro previsione. Ma torniamo al conduttore radiofonico, divulgatore della notizia bomba che presto arrivò dal web ai telegiornali nazionali, dai quali fu persino intervistato, per parlare della fonte della notizia. Quest'ultima fece il giro dell’Italia fino al suo smascheramento, che portò all'indignazione l'opinione pubblica. In conclusione, Alessandro Amato è riuscito bene ad amalgamare tutto il contenuto di questo libro in un discorso che per quanto complesso risulta essere avvincente. Consiglio vivamente a chi voglia acculturarsi di più sui terremoti, ma non solo, la lettura di questo libro che riesce ad inquadrare, amalgamandoli, miti, teorie e costumi.