GUIDO TONELLI, La nascita imperfetta delle cose

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Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle coseMilano, Rizzoli, 2016

Recensione di Silvio Schiavone (Liceo statale S. Pizzi di Capua)

È a dir poco spettacolare e, allo stesso tempo, ridicolo come la mente umana, soggetta all' "Amor Proprio" (di cui per primo parlava il filosofo francese Blaise Pascal), possa concedersi di auto-elevarsi a re indiscusso della scena nonostante la sua piccolezza di fronte all'Universo che ci circonda.
A tal proposito, mi balza in mente una vicenda in cui mi sono imbattuto qualche giorno fa, che assolutamente devo raccontarvi.
Ebbene mi trovavo a passeggiare per le strade del mio paesino, quando, ad un certo punto, mi ritrovai dinanzi ad una scuola. Lì, i miei passi si incrociarono con quelli di un giovane che aveva tra le sue mani un libro azzurro, il quale attirò non poco la mia attenzione. Questo, poi, dopo avermi superato, incontra un suo compagno con il quale intrattiene una conversazione che definirei interessante tanto da catturarmi e tenermi fermo ad ascoltarli. Quanto segue sono pensieri e parole che i due si sono scambiati. Per non crear confusione, chiamerò il ragazzo possedente il libro “Ragazzo”; l'altro, invece, “Passante”.
Passante: “Hei bello! Come va? Non ti abbiamo visto oggi al bar; dove ti eri cacciato?”;
Ragazzo: “Ciao … . Va tutto bene, come sempre. Oggi sono rimasto sul prato, al parco; finivo di leggere questo libro.”;
P.: “Non ti smentisci mai: sembri un essere metà uomo, metà libro. Fosse qualcosa di interessante poi..”;
R.: “Puoi dirlo forte! Uno dei migliori e più originali testi che abbia letto!”;
P.: “Calma l’emozione e raccontami un po’: cos’hai tra le mani?”;
R.: “È un’opera pubblicata l’11 Febbraio 2016 e scritta da Guido Tonelli, uno dei padri della fisica moderna, nato nel 1950, e famoso al mondo per aver collaborato significativamente alla scoperta del Bosone di Higgs. Il suo lavoro si propone come testo di divulgazione scientifica sotto le vesti di un “diario di avventura”: all’inizio di ogni capitolo, infatti, è segnata una data per farci comprendere e contestualizzare meglio il contenuto.”;
P.: “Bosone di Higgs? Devo averne sentito parlare. Dunque, è un libro di fisica quello che hai letto?”;
R.: “Adatto, però, a tutti, aggiungerei: solitamente i testi di fisica richiedono conoscenze alle basi senza le quali comprenderesti ben poco e non fanno altro che annoiare girando intorno agli stessi concetti. Qui la musica cambia: quest’opera mi sembra tanto un “Manuale per la realtà che ci circonda” e i suoi contenuti ci “toccano” più di quanto sembri. È intrigante, poi, come al tema principale, che è la fisica moderna, l’autore intrecci concetti legati alla filosofia e alla storia, all’attualità: la condizione umana di fronte a tutto questo; i passi per arrivare a tale progresso; l’utilità nella vita quotidiana delle ultime scoperte. Il tutto “gettato” su una linea temporale non continua: tipico dell’autore è, infatti, fare tuffi nel passato per poi riemergere, qualche pagina più avanti, nel presente, con il solo fine di farci comprendere al meglio ciò di cui si parla.”;
P.: “Ooh! Ecco che arrivi al punto che mi interessa. Frena un momento, calmati e spiegami, appunto, di cosa si parla. Finora sembra abbastanza coinvolgente.”;
R.: “Ma certamente! Il lavoro è incentrato sulla fisica moderna: nel testo si parla principalmente delle nuove teorie formulate a partire dal 1900 che tentano di spiegare e comprendere la realtà che ci circonda, partendo dai primi istanti dell’Universo e fermandosi alla sua presunta fine. Protagonista è il bosone di Higgs: una delle particelle appartenenti alla teoria del Modello Standard, forse la più importante e la più ricercata dai fisici della nostra epoca, la cui caccia è raccontata nei minimi dettagli dal nostro autore: ogni emozione, ogni tecnica, ogni materiale, tutto compreso qui dentro, in questo capolavoro.”;
P.: “Beh, sì, capolavoro di cui non mi hai ancora detto il titolo ahahah!”;
R.: “Che sbadato! L’opera si intitola “La nascita imperfetta delle cose” e, credimi, non vi era titolo più azzeccato!”;
P.: “Da come me lo descrivi e dall’euforia con cui mi parli sembra davvero un testo interessantissimo ed originale. Non ti nascondo che mi hai colpito, nonostante sia poco amante del “cartaceo”. Ma ora, non farti pregare, dimmi cosa succede nel finale.”;
R.: “Sicuro di volerlo sapere? Non ti rovino nulla?”;
P.: “Assolutamente no! Dovresti sapere quanto sono curioso!”;
R.: “E va bene, curiosone, se proprio insisti. Beh, nel finale ca…”;
Proprio mentre il giovane pronunciava quelle parole, passò per quella strada una fila interminabile di motociclette dal rimbombo assordante e, purtroppo, non riuscii ad udire assolutamente nulla.
So solo che vidi il secondo ragazzo (il passante) annuire con un’espressione serena, per poi congedarsi e separarsi dall’altro.
Le parole di quel ragazzo perforarono la mia mente e mi obbligarono, quasi, ad acquistare e a leggere quel libro.
Ancora oggi, pensando a quelle pagine, mi si riempie la mente di congetture che convergono, tutte, in una lacerante domanda:
Noi umani, in tutto questo, cosa c’entriamo?